Un sistema idrico per 4000 persone. La testimonianza dall’Etiopia per il villaggio senz’acqua | Articolo e video per la secondaria superiore

Insieme porteremo acqua pulita alla comunità di Otila Wolaris
Possiamo realizzare un acquedotto per quattromila persone.

Atsenghena aspetta un figlio e tutti i giorni, insieme ad altre donne, si affatica per prendere acqua nell’unica fonte del villaggio, una pozza sporca fonte di malattie idrotrasmissibili.
Facciamo sì col nostro sforzo che questa donna e il suo futuro bambino, come tutti gli altri abitanti di Otila Wolaris, possano godere di quel che è un diritto di ogni essere umano: acqua pulita.
Il nuovo sistema idrico rifornirà una clinica locale e una scuola. Con quattro punti di distribuzione, l’acqua pulita arriverà in tutto il villaggio.  Il nuovo sistema idrico rifornirà una clinica locale e una scuola. Con quattro punti di distribuzione, l’acqua pulita arriverà in tutto il villaggio. 

 

Il nuovo sistema idrico rifornirà una clinica locale e una scuola. Con quattro punti di distribuzione, l’acqua pulita arriverà in tutto il villaggio. 

 

Dopo un saltellante viaggio in macchina e una lunga camminata a piedi, eccoci ad Otila Wolaris, villaggio di circa trecentocinquanta  famiglie, con circa quattromila e duecentodieci abitanti. Parliamo con Atsenghena, indossa un foulard azzurro e porta in grembo un bambino. Diventerà di nuovo mamma tra un paio di mesi. Racconta che impiega circa trenta minuti di cammino per prendere l’acqua dalla sorgente per gli usi domestici. Lo fa tre o quattro volte al giorno. L’acqua sì, è vero, è sporca. Ma non c’è altra possibilità.

Una fonte non ancora depurata, da cui i bambini bevono acqua sporca.

Mentre parliamo con lei la sorgente dove ci siamo incontrate diviene affollatissima. Sono circondata da bambini. Sono loro che si occupano, insieme alle donne, di caricarsi il pesante contenitore d’acqua per portarlo a casa. Molti di questi bambini si chinano e bevono l’acqua da quella sorgente-pozzanghera. E lo fanno anche gli animali. Ne consegue che la malattie idrotrasmissibili, come l’amebiasi e la giardiasi, sono assolutamente comuni tra la popolazione, principali cause di mortalità.

Abbiamo dunque deciso di rimboccarci le maniche per realizzare il sistema idrico ad Otila Wolaris. Andremo a proteggere la sorgente, costruiremo un serbatoio e quattro punti di distribuzione per il villaggio, in modo non solo da fornire acqua pulita, ma anche facilitarne l’accesso.

Molti dall’Italia mi chiedono perché gli abitanti del posto non lo facciano da soli. Bella domanda. Non voglio parlare di colpe occidentali, colonialismo in Africa, politiche nazionali, corruzione. Mi limito a guardare quello che vedo. Mi limito a guardare questi uomini e queste donne, coi loro bambini. Sono come me, come te. Ma qui tu non possiedi mezzi, competenze tecniche, soldi. Sei lontano da tutto. Isolato in una piccola comunità, dove i ritmi sono scanditi dal sole e dalla luna. Nelle classi, laddove le scuole sono raggiungibili, ci sono più di ottanta bambini per aula. In questa situazione è difficile davvero essere artefici del proprio futuro, perché ti manca il tempo, la luce, l’istruzione, la forza, l’acqua, la salute. Ma questo non è un gioco di una trasmissione tv. 

Una fonte d’acqua che CVM ha da poco realizzato in Etiopia, a Gaila Chialbe.

La mia pelle è segnata dalle punture di insetti. Le mie gambe sono provate dalla fatica per le camminate in salita. Poi mi giro a destra. Mi si affianca una ragazzina. Avrà quattordici anni. Ha un carico di legna sulla schiena. È leggermente piegata in avanti. Mi sorride e poi prosegue. Più avanti vedo un bambino. Le sue mani sono gonfie, le dita infettate. Anche lui mi sorride. E allora abbasso la testa e vado avanti. Passo dopo passo.

Vado avanti perché vogliamo parlare con la comunità, il cui coinvolgimento è la chiave dei nostri progetti. Lavoreranno con noi, fianco a fianco. Raccoglieranno pietre e produrranno pietrisco; trasporteranno i materiali; contribuiranno anche economicamente, con quel che hanno; impareranno come si costruisce un sistema di captazione e a manutenerlo; verranno educati all’igiene e a gestire il sistema idrico attraverso la raccolta di una tariffa. Lo faremo insieme con il supporto degli uffici governativi, che si son mostrati entusiasti della nostra presenza e molto collaborativi. Protagoniste saranno le donne, come Atsenghena. Sarà così che assicureremo la sostenibilità del progetto e contribuiremo al cambiamento.

E ora tocca a voi dall’Italia. Sostenete CVM nel suo lavoro, sostenete la comunità di Otila Wolaris e facciamo sì che Atsenghena e il suo bimbo abbiano quel che è un diritto di ogni uomo: acqua pulita.

 

                        Lia Romano – Rappresentate Paese Etiopia e lo staff di CVM Etiopia

 

Atsenghena aspetta un figlio e tutti i giorni, insieme ad altre donne, si affatica per prendere acqua nell’unica fonte del villaggio, una pozza sporca fonte di malattie idrotrasmissibili. Facciamo sì col nostro sforzo che questa donna e il suo futuro bambino, come tutti gli altri abitanti di Otila Wolaris, possano godere di quel che è un diritto di ogni essere umano: acqua pulita.

 

Il video che mostra il villaggio di Otila Wolaris, il tragitto per la fonte e la fonte. Con una intervista alla comunità locale e a Lia Romano, rappresentante Paese Etiopia CVM.

https://www.youtube.com/watch?v=rfMfLcsNWxE

 

Scopri in questa mappa dove si  trova il villaggio di Otila Wolaris.

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