C’è chi balla con nuova energia | La piccola Salma andrà a scuola, grazie alla cooperazione
“Mi chiamo Salma e ho otto anni. Vivo in un quartiere chiamato Magomeni insieme a mio padre. Oggi sembrava una mattinata come le altre, ero andata a prendere l’acqua per lavarci e per cucinare, avevo da poco finito le faccende domestiche. Siamo a Dicembre e fa tanto caldo, le scuole rimarranno chiuse fino a Gennaio quando inizierà la stagione delle piccole piogge. All’improvviso sento della musica, così, insieme alle mie vicine, decidiamo di scoprire da dove provenga. Poco lontano da casa troviamo molte persone riunite, sembra una festa e io sono felicissima di poter giocare con così tanti bambini. Riceviamo degli adesivi colorati che sono distribuiti da un’associazione che si chiama Bagea. Ognuno di noi può prenderne uno, io ne raccolgo più che posso affinché nessuno rimanga senza e aiuto i bambini più piccoli ad attaccarli alle magliette. L’associazione ha organizzato dei giochi e dei balli e ci divertiamo a ritmo di musica. A me la musica piace molto e il mio strumento preferito è il tamburo. Ma soprattutto mi piace ballare perché mi rende felice. Durante le danze ogni tanto ci intervistano al microfono come delle celebrità! Siamo tutti un po’ timidi, ma le domande sono semplici e divertenti. Ad un certo punto, però, mi viene chiesto dove vado a scuola ed allora io, a differenza delle mie amiche, non posso rispondere. Esplodo in mille lacrime di vergogna e tra i singhiozzi riesco solo a dire che non ci vado. Mi chiedono come mai, ma io non riesco a parlare, è un dolore troppo grande che ho sempre tenuto nascosto dentro di me.
Gli animatori dell’associazione mi portano poco lontano da lì con discrezione, mi consolano e dopo qualche minuto riesco a tranquillizzarmi. Arriva anche un signore dallo sguardo paziente, un’autorità del villaggio, per parlare con me. Mi spiegano che Bagea è un’associazione che aiuta le bambine come me ad andare a scuola e sono interessati alla mia storia perché vogliono aiutarmi.
Mio padre non può mandarmi a scuola, lui lavora tanto, ma non abbiamo abbastanza soldi per pagare la retta scolastica, i libri, la divisa e la mensa. Io farei qualsiasi cosa per poter studiare, imparare a leggere e scrivere, a contare, a parlare l’Inglese. Da quando la mamma non c’è più sono io ad occuparmi della casa, ma lavorerei sodo di primo mattino e studierei tanto la sera impegnandomi al massimo per fare tutto, recuperare e mettermi al passo con i miei compagni. So che ci riuscirei!
E’ il desiderio che esprimo tutte le mattine quando dalla mia finestra vedo altri bambini come me recarsi alla scuola elementare.
Non avrei mai potuto immaginare che alla fine della giornata il mio sogno si sarebbe avverato: mi promettono che dal prossimo anno andrò anche io a scuola! L’associazione parlerà con mio padre e sosterrà per me i costi di tutto il ciclo di studi elementari. Io sono un po’ in ritardo perché avrei dovuto iniziare due anni fa! Non so come farò, né dove andrò o come sarà la mia divisa, ma non importa. Non sono mai stata così felice e ricomincio a ballare con una nuova energia, una speranza che non avevo mai provato. Spero che anche altri bambini possano incontrare Bagea ed essere fortunati come me. Adesso conterò i giorni che mi separano da Gennaio e dal regalo più bello che potessi ricevere.”
Clara Cossu
La violenza di genere e l’abbandono scolastico. Come nasce la storia di Salma e il lavoro di Cvm a Bagamoyo.
Il racconto della esperienza di Salma (che la volontaria di Cvm Tanzania Clara Cossu ha scritto con la formula narrativa in prima persona, ndr), ci porta in un episodio accaduto durante lo svolgimento di un evento di sensibilizzazione organizzato il 10 Dicembre dall’associazione Bagea – Bagamoyo Girls Education Association – in collaborazione con le altre 8 associazioni locali con le quali forma l’unione Mwakba e con CVM.
L’evento celebrava sia lo Human Rights Day che la chiusura dei sedici giorni di campagna mondiale di attivismo contro la violenza sulle donne.
La violenza di genere colpisce anche le bambine, ad esempio tramite la negazione del loro diritto allo studio. La disuguaglianza tra maschi e femmine e la discriminazione di queste ultime è un fenomeno ancora largamente diffuso in Tanzania ed è noto come il basso tasso di alfabetizzazione femminile abbia cruciali ripercussioni nella sfera sociale, economica e sanitaria.
La scuola in Tanzania, sia pubblica che privata, si articola in 1 anno di istruzione pre-elementare all’età di 5 anni, 7 anni di scuola primaria dai 6 ai 12 anni (Standard I-VII), 4 anni di scuola secondaria dai 13 ai 16 anni (Form 1-4), 2 anni di scuola secondaria avanzata dai 17 ai 18 anni (Form 5-6) e infine tre o più anni di studi universitari.
La povertà è il fattore maggiormente responsabile della negazione del diritto allo studio: le tasse scolastiche e i costi per la divisa, i libri di testo e i pasti rappresentano un grande ostacolo economico. Insieme a fattori socio-culturali, come i matrimoni precoci e le gravidanze precoci, aumentano il rischio di abbandono scolastico che colpisce, infatti, prevalentemente bambine e ragazze. La scarso valore attribuito all’istruzione femminile rafforza il circolo vizioso che espone donne e ragazze a fenomeni di povertà, sfruttamento, abuso e contrazione di malattie veneree, in primis l’AIDS.
Il Cvm a Bagamoyo sostiene le associazioni locali attraverso attività rivolte soprattutto alle giovani donne, di sensibilizzazione sui loro diritti fondamentali e su quelli dei loro figli, di formazione professionale, di micro-credito, di prevenzione dell’AIDS. Bagea è una delle nove associazioni rappresentanti i gruppi vulnerabili della società beneficiari dei progetti Cvm. Insieme alla formazione professionale e alla micro-imprenditoria femminile l’associazione promuove programmi di educazione scolastica tramite la concessione di prestiti e di borse di studio a ragazze, nella certezza che la loro emancipazione sociale ed economica passi in primis attraverso il diritto all’istruzione e alle opportunità di crescita e di empowerment.
Clara Cossu