CVM –Comunità Volontari per il Mondo

L’obiettivo ultimo di tutto il nostro operare resta invariato. Oggi come trent’anni fa la sfida rimane lo “sviluppo di tutto l’uomo e di tutti gli uomini”.
La fame, l’AIDS, la mancanza di beni primari – cibo, acqua pulita, un’abitazione dignitosa, l’istruzione- e altre forme di ingiustizia ed
emarginazione, privano uomini e donne della possibilità di una vita normale e della loro dignità di persone.
Per CVM, lo sviluppo è prima di tutto un processo di liberazione dall’oppressione della povertà. Liberare le potenzialità insite in ognuno è la
strategia ricorrente in tutte le attività e proposte da CVM.

EAS – Educazione allo sviluppo

Il concetto di EAS – Educazione allo Sviluppo si sviluppa in FOCSIV (la Federazione degli Organismi di Volontariato Internazionale Cristiano) negli anni ‘70 ad opera dell’allora presidente Felice Rizzi, oggi titolare della  cattedra UNESCO sui “Diritti dell’uomo ed etica della cooperazione internazionale” all’Università degli Studi di Bergamo.

Con Educazione allo Sviluppo si intende definire specifiche attività condotte da associazioni, sindacati, ONG italiane o internazionali, rivolte a persone che vivono e si formano nei paesi del Nord del mondo, aventi per oggetto tematiche ritenute di immediata importanza per uno sviluppo “equo”, “sostenibile”, “umano” per tutti; con la finalità ultima di facilitare una maggior comprensione dei rapporti tra nord e sud del mondo.

Il termine nel tempo ha subito una evoluzione, si è passati da una dimensione dell’Educazione interculturale teorizzata negli anni ’90 a quella attuale, condivisa dal settore EAS del CVM,  di Educazione alla Cittadinanza Globale, che riguarda universalmente tutti senza più distinzione tra Nord e Sud, Ovest ed Est, in un unico pianeta policentrico.

Una direzione che il settore EAS di CVM (Comunità Volontari per il Mondo) percorre da trent’anni, con uno sguardo attento sulla revisione dei curricoli scolastici in collaborazione con la Cooperazione Internazionale, il Ministero dell’Istruzione, l’Università e la Ricerca Scientifica e il Ministero degli Esteri.

L’intento, che passa da un’adeguata riforma del pensiero e una rivoluzione pedagogica, è quello di far accrescere la presa di coscienza delle criticità di sviluppo che coinvolgono tanto il Sud quanto il Nord del mondo. Un intento che impone di rivedere le categorie mentali – superando le riduttive visioni autoreferenziali ed etnocentriche, presenti anche nei percorsi scolastici – con cui educare le nuove generazioni per costruire una nuova cittadinanza mondiale e, quindi, una maggiore giustizia.

Di fronte ad una società sempre più multietnica chiamata a confrontarsi con nuove sfide globali, dai cambiamenti climatici alle disuguaglianze, dai conflitti internazionali all’uso responsabile delle risorse, diventa vitale considerare una nuova visione sistemica del mondo e dell’uomo, affinchè il principio dell’interdipendenza diventi parametro di riferimento per la salvaguardia del Bene Comune. La questione va, dunque, posta su un piano culturale ed è proprio la cultura – e, dunque, la scuola – che può offrire gli strumenti per affrontare i cambiamenti epocali in atto all’insegna del decentramento, dell’empatia, della corresponsabilità, senza escludere le differenze né le pluralità di sguardi.

Le sfide globali della società attuale richiedono azioni convergenti, capaci di consentire il sentimento di appartenenza ad una Comunità, ad una Unica Umanità. Questo è il compito della scuola del Terzo Millennio e per questo si adopera al cambiamento il settore EAS di CVM.

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Perché lo facciamo

Attività e collaborazioni